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16.2 Micron

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Uno dei punti chiave del progetto Super 150's Merino Extra Fun è l’altissima qualità del prodotto senza compromessi. In questa direzione si sono operate delle scelte molto nette, sia per quanto riguarda la scelta della materia prima, sia per quanto riguarda i filati da essa ottenuti.

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Le lane utilizzate sono state scelte fra quelle provenienti da allevamenti australiani di Extrafine Merino. Le pecore di questa razza hanno una storia molto lunga e molto nobile. Attualmente la selezione degli esemplari migliori ha permesso di produrre dei capi di qualità eccezionale e di elevato valore; basti pensare al record mondiale di AUD$ 450.000 pagato per il “ram” JC&S Lustre 53[2] venduto alla vendita di montoni Adelaide Merino del 1988 nel periodo di massimo splendore del settore.

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Le lane Merinos hanno tre qualità molto apprezzate dal mercato:

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  • Morbidezza

  • Gestione dell’umidità tramite il tasso di ripresa

  • Controllo della Temperatura tramite l’effetto termocoibente

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Queste tre caratteristiche sono correlate direttamente alla finezza della fibra; più le fibre sono fini, più queste tre caratteristiche sono accentuate. Le finezze delle fibre sono espresse in micron e, come vedremo, sono rigidamente disciplinate da tabelle apposite.

La Morbidezza è correlata al diametro della fibra perché, più le fibre sono fini più sono docili a piegarsi al contatto delle terminazioni nervose del nostro corpo.

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La gestione del tasso di umidità si relaziona alla finezza della fibra tramite l’igroscopicità, le fibre più fini possono assorbire fino ad un terzo del proprio peso di vapore acqueo senza dare una sensazione di "bagnato". Nel grafico di “The Woolmark Company” viene evidenziata questa caratteristica della lana rispetto ad altre fibre

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Immagine1.png

Il controllo della temperatura avviene tramite la capacità delle fibre di Merino extrafine di intrappolare l’aria tra esse, rallentando la velocità di trasferimento del calore manifestando l’effetto conosciuto come termocoibenza. Questo brano è tratto dal sito ufficiale di “The Woolmark Company”

 

Insulation: The crimp in the wool fibres makes them stand apart from each other, trapping air between the fibres and slowing down the rate of heat transfer. Still air is one of the best natural insulators and the ability to trap still air in the crimps means wool can help insulate against heat and cold.

This apparent conflict (coolness v warmth) is possible because wool fibres can be made into very different types of fabrics. In hot conditions we wear thin wool fabrics, which trap little or no air and in cold conditions we wear thicker bulky wool fabrics, which trap insulating air pockets.

 

La lana è una fibra naturale ricavata dal vello delle pecore e questo comporta 2 conseguenze:

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  • estrema varietà di finezza di lana fra razze ovine diverse

  • variabilità di caratteristiche del vello fra le varie aree del corpo della stessa pecora.

 

Ovviamente la filiera tessile tende a raggruppare le fibre in lotti più omogenei possibili, ma ne consegue che di una stoffa possiamo soltanto definirne una “finezza media”.

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La finezza media di una stoffa definisce il valore mediano del diametro delle fibre che lo compongono ed è espressa in micron. Le fibre che provengono dalle pecore di ceppo Merino hanno finezza che può variare fra i 25 μ ai 12μ.

Per avere un confronto pratico i capelli umani possono variare da 30 a 40 μ ed oltre.

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Uno degli aspetti più importanti da comprendere è che le fibre ordinarie e grossolane quando vengono a contatto con il nostro tatto non si flettono e tendono ad irritare follicoli piliferi e terminazioni nervose della nostra mano. Ciò tende a restituirci una sensazione generalmente sgradevole di fastidio. Le fibre di lana merinos invece sono molto flessibili e quindi ci regalano una sensazione tattile di piacevolezza.


In un importante studio condotto da Eugenio Ramella  in uno dei saggi più esaustivi sull’ argomento l’autore ha tentato di dare oggettività a questa relazione ed i risultati sono stati stupefacenti. Si è dimostrato in modo empirico che, al diminuire del diametro delle fibre, la sensazione tattile variava esponenzialmente.

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L’aspetto più evidente dello studio è che la sensazione di piacevolezza aumenta in modo esponenzialmente maggiore all’ avvicinarsi di fibre molto fini, al tatto la differenza che si percepisce fra una lana di 30 micron e 24 micron è inferiore alla differenza che un esperto può cogliere fra una lana di 17 micron paragonata ad una di 16 micron.

Ciò giustifica e spiega la ricerca dei lanifici specializzati in tessuti extrafine nel reperire lane sempre più pregiate per produrre tessuti gioiello.

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Per comprendere meglio come orientarci fra le varie etichette e diciture presenti sui tessuti, dobbiamo però fare un salto nel passato. Alla fine del XVIII secolo, i commercianti di lana britannici usavano descrivere quanto fosse fine la loro merce, utilizzando un gergo ampiamente soggettivo basato su termini quali: basso, medio, fine, super, appena creato e così via.

Poiché tessitori e consumatori necessitavano di una terminologia più obiettiva con cui valutare i velli, nella città di Bradford, Inghilterra, si ideò un processo che divenne noto come il sistema inglese di conteggio dei filati pettinati o più in generale, il sistema Bradford.

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Questo sistema prevedeva che alcuni esperti stimassero quante matasse da 560 yard di filato a capo singolo potevano essere realizzate da un buon filatore utilizzando una libbra di "top". (lana pettinata pulita con le fibre tutte parallelizzate tramite pettinatura).  Più fine era la fibra di lana, più matasse potevano essere filate. Da una libbra di "80", ad esempio, si stimava di poter ricavare ottanta matasse di questo tipo.

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Questo metodo ebbe molto successo, infatti soltanto molto tempo dopo, nel 1968, venne introdotto da “IWTO, International Wool Textile Organisation” un sistema standardizzato e oggettivo per la valutazione delle lane che assegna un valore in “S” alle lane più fini, non più tramite una stima ma tramite una misurazione ottenuta su appositi microscopi.

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In sostanza, questo metodo ci dice che, più il numero “S” è grande più la media delle fibre che compongono il tessuto sono fini; questa è la tabella di comparazione.

 

Nota bene però che i gradi molto alti sopra 150 S sono estremamente fini, sono gioielli raffinatissimi ma molto più delicati e sensibili.

Dopo poco tempo si potrebbero evidenziare segni di usura e pilling su punti di pressione e sfregamento come ginocchia, gomiti e dove appoggia la cintura di sicurezza della tua automobile.

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