Trattamenti alternativi al "Mulesing"
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La tecnica del mulesing nasce nel 1929 in Australia, principale paese produttore di lana Merino, e porta il nome del suo inventore, John WH Mules. Quest'ultimo, dopo aver visto il diffondersi tra le pecore dell'infezione data da miasi, parassitosi provocata dalla larva dei ditteri, ha per primo testato una tecnica a dir poco drastica.
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Per risolvere questo problema e prevenire le malattie, alle pecore vengono direttamente asportati parte dei tessuti posteriori, compresa molto spesso la coda, spesso senza nessun tipo di anestesia. Lo scopo di questo è far sì che i nuovi tessuti che si formano siano più lisci e che non siano presenti pieghe e insenature dove si possano insediare le infezioni.
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Le infezioni da miasi possono portare le pecore alla morte, così come il trauma del mulesing. Appare ovvio come per una razza di ovino così diffuso e allevato in modo massivo, lo scopo di questa tecnica non sia tanto quella di salvare la vita dell'animale, ma più che altro la produzione di lana. Se l'animale supererà il trauma del mulesing, una produzione di lana buona e pulita sarà assicurata per tutta la sua vita.
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Esistono delle alternative al mulesing che possono essere ricondotte a questi tre principi:
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controllo e pulizia tramite spruzzo degli animali unite a tosatura delle parti a rischio
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trappole per mosche da installare nei dintorni delle greggi
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allevamento e selezione di razze con una minore crescita di lana, quindi più adatte ai climi caldi dell'Australia
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Per quanto riguarda il progetto merino extra Fun si sono reperiti sul mercato filati prodotti con fibre provenienti da allevamenti che non praticano questo genere di tecnica.
Si è deciso di esigere ad ogni acquisto che venga garantito il certificato RWS (Responsible Wool Standard)[1] che attesta le best practices attuate dagli allevatori per quanto riguarda il rispetto delle greggi le cui specifiche recitano:
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"On farms, the certification ensures that sheep are treated with respect to their Five Freedoms. The Five Freedoms are internationally recognized standards for the protection of animal welfare, consisting of:
1. Freedom from hunger or thirst;
2. Freedom from discomfort;
3. Freedom from pain, injury or disease;
4. Freedom to express (most) normal behavior;
5. Freedom from fear and distress.
(Source: Farm Animal Welfare Council)) and also ensures best practices in the management and protection of the land. The standard is globally applicable to all breeds of sheep, and mulesing is strictly prohibited."
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